In Giappone esiste una tecnica molto particolare per riparare i vasi rotti, si chiama kintsugi, significa riparare con l’oro.
Secondo questa tradizione un vaso può diventare più bello di prima perché le “cicatrici” vengono tenute insieme dall’oro ricordando che hanno una storia, a tratti sofferta, a cui è possibile r-esistere.
È una storia fatta di legami spezzati, di eventi dolorosi, di parole o azioni da perdonarsi. Questo è generalmente il modo comune di guardare alla propria vita. Ma le cicatrici degli anni, i nuovi frammenti sono sempre tenuti legati da questo leggero e scintillante filamento dorato.
Nel corso del 2020, a chi più a chi meno, sono venute fuori vecchie e nuove fratture. Protette o ingabbiate (dipende dalla prospettiva con cui hai guardato al lockdown) dalle mura della nostra casa ci siamo ritrovate a fronteggiare nuovi e diversi aspetti di noi stesse, delle nostre relazioni affettive e lavorative. Ci siamo scoperte giorno per giorno sentendoci a volte così fragili e arrabbiate e l’indomani forti e grate perché nonostante tutto siamo rimaste in piedi. Tra primo e secondo lockdown anch’io come tante di voi ho subito l’impatto potente della pandemia sul mio progetto Yoga’n’Soul. Allora ho cercato di concentrare le mie risorse ed energie come meglio ho potuto lavorando di elasticità e dinamismo.
Quasi a conclusione dell’anno, e probabilmente un po’ in ritardo sulla scaletta di marcia, mi sto accingendo alla pianificazione del 2021 perché se in quello appena passato ho agito mettendo in piedi azioni e strategie per far fronte velocemente ai nuovi contesti che mi si sono parati di fronte, per il prossimo anno voglio, desidero che una strategia del cuore venga fuori in tutta la sua luminosità. La stessa luminosità del kintsugi perché arriva dai miei frammenti tenuti insieme, oggi, da quel filamento dorato che per me è lo yoga.
E quindi sto mettendo insieme questi pezzi per trasmettere il significato di questa disciplina. Francesco, scherzando, mi dice che sembra che con lo yoga io debba salvare il mondo. Lo ammetto, è così. E’ il mio modo personale di contribuire, di accompagnare le persone a prendersi cura di sé per provare amore per se stesse e poi trasmettere questo sentimento al contesto circostante come nell’effetto farfalla: benefici e sensazioni si amplificano man mano e apportano il loro personale tocco di benessere fisico e spirituale.
Dicevo ieri ai miei allievi di come la nostra anima individuale, jiva, sia parte del tutto, un frammento incarnatosi per fare esperienza e contribuire, attraverso l’evoluzione personale, all’evoluzione della coscienza cosmica. Quindi siamo parte di un sistema più ampio, particolare sottovalutato purtroppo, ma che puoi rintracciare, se ti fermi ad osservare, in ogni particolare della tua vita. Pensa alle coincidenze, sono davvero solo coincidenze? Amo leggere e ho imparato che negli anni, in base alla consapevolezza che ho maturato, di uno stesso libro, ma anche un film, ho acquisito diverse e sempre più profonde letture. Avviene anche per la vita, imparando a “leggere” sempre meglio la realtà si riesce a cogliere ed interpretare ciò che ci accade, così si intuisce che le coincidenze di casuale hanno ben poco.
Siamo tutte a pezzi, cerchiamo di custodire queste fratture con la consapevolezza che resteranno legate dall’oro rendendoci sempre più preziose nel tempo.
Ho conosciuto il kintsugi grazie a “Vietato calpestare i sogni” di Menia Cutrupi (allenasogni che ho intervistato per Yoga’n’Soul, leggi qui) e ne ho fatto una meditazione proposta alle mie classi a cui avevo associato il mantra “So ham, io sono”.
Tu sei! Sei un vaso di frammenti tenuti insieme da un filo d’oro. Lo riconosci? Resta in ascolto. Lo vedi quel filo dorato che ti tiene insieme e ti rende un gioiello ricco di storia?
Simona
Se questo articolo ti è piaciuto condividilo e lascia un commento qui sotto. Le riflessioni si amplificano con il contributo di tutti.
Namaste
❤️
Grazie