C’è una cosa in cui la maggior parte delle persone e, per lo spirito di sacrificio soprattutto le donne, eccellono ed è la difficoltà di lasciar andare ciò che non nutre più la nostra vita. Questa difficoltà potrebbe legarsi al suddetto spirito di sacrificio, ma anche alla paura di affrontare l’ignoto. Così facendo portiamo dietro zavorre su zavorre perdendo assolutamente l’opportunità di vivere più leggere, spensierate, felici.
In queste situazioni, se fuori manteniamo una parvenza dignitosa, quello che va in pezzi è il nostro mondo interiore, nonostante tutto è sempre difficile abbandonare il tossico per una vita fatta di nutrimento sano. Siamo tendenzialmente resistenti al cambiamento. A dire il vero un’altra difficoltà è quella di non riuscire a individuare cosa sia davvero un attaccamento, abituate così come siamo a vivere di emozioni “tossiche”. Di certo, in questi casi, il lavoro da fare è tanto e la psicologia può diventare un valido sostegno. Viviamo amori caratterizzati dalla gelosia e dal possesso o, al contrario, dall’incuranza, convinte spesso che sia questo il vero amore passionale, oppure trasciniamo relazioni (non solo di coppia) per pura abitudine senza che ci soddisfino minimamente. E’ una resa alla scarsità e all’accontentarsi. E te lo dico perché io per prima ci sono passata.
Oltre alla sempre consigliata psicologia, ci sono ambiti in cui è possibile intervenire anche con altre pratiche, soprattutto quando si parla di corpo energetico.
Ma cosa sono gli attaccamenti?
Gli attaccamenti sono tutte quelle cose che limitano la tua evoluzione e prosciugano la tua energia causando un profondo stato di disagio e anche sofferenza. Possiamo esserne cosapevoli o meno visto la quasi innata abitudine all’abnegazione e alla staticità. O anche avere la tendenza a giustificare qualsiasi situazione nella speranza che tutti prima o poi cambi, magari proprio grazie a te (sindrome della crocerossina).
Quando ne siamo consapevoli ciò che ci frena dall’allontanarci da questi attaccamenti è la paura di perdere qualcosa di conosciuto per una nuova realtà, “lasciare la via vecchia per quella nuova”, ossia il timore di fronte alla possibilità di non avere più nella nostra vita quella determinata cosa anche se ci fa male. Quello che ti fa soffrire davvero, tuttavia, è la resistenza al cambiamento. Se c’è una cosa ben riconosciuta anche a livello universale è che “tutto si trasforma”; questa mutevolezza, però, può essere destabilizzante ed è proprio questa sensazione che potrebbe frenarti.
Ci sono casi e casi, qualcuno meno grave altri estremamenti gravi, ma ciò che senza dubbio va fatto è liberarsi da ogni forma di zavorra per mantenere il nostro benessere il più possibile. D’altronde non ti è mai capitato di lasciar andare qualcosa nella tua vita e scoprire che questo “ignoto” era estremamente meglio?
Più che resistere bisogna mollare la presa, lasciare andare appunto.
Tipi di attaccamento
Secondo lo sciamanesimo ci sono due tipi di attaccamento: quello che puoi avere verso persone, luoghi o cose e quello con energie o entità estranee.
Nel primo caso si ha una situazione per cui pensi di possedere un qualcosa, ma in realtà questo qualcosa possiede te fin nelle viscere. Questo attaccamento è spesso la conseguenza di un assetto mentale disfunzionale. E’ come nutrirsi di un qualcosa che sappiamo assolutamente farci male. Nella mia esperienza ho notato che l’attaccamento più grande è quello che si ha con le persone. I casi di relazioni disfunzionali sono infiniti, sarà capitato anche te viverli direttamente o indirettamente attraverso la storia di qualcuno a te caro. Possono essere amori violenti in cui si resta invischiate, fissazioni verso qualcuno, amori non corrisposti, amicizie tossiche. Possono essere convinzioni che limitano la tua evoluzione individuale, ma anche di benessere materiale in questa vita. In Italia ad esempio c’è la grande fissa del posto fisso che il caro buon vecchio Checco Zalone ha saputo ben riproporre in un suo film. Oppure quello per cui una donna deve necessariamente volere un figlio. Ci sono attaccamenti ai luoghi per cui spesso si aspira a vivere in un posto, ma non si fa nulla per avverare questo sogno perché qualcosa ci lega a quello in cui siamo da sempre. Di qualsiasi tipo si tratta, l’attaccamento è quel qualcosa che non permette un reale e fattivo miglioramento della tua vita.
Ma gli attaccamenti, se scendiamo ancora un po’ di più nel mondo energetico, possono essere anche una particolare energia e/o entità negativa che si attacca a te o alla tua casa. L’entità può aver preso vita da una tua paura o essere qualcosa di assolutamente estraneo a te. Quest’ultimo tipo di entità, in particolare, si attacca alle persone che, lavorando con l’energia, essendo quindi etericamente più luminose, diventano attrazione per i loro opposti. In qualche modo possono trattenere la tua energia, impedendo di migliorare la tua condizione.
Gli attaccamenti sono vere e proprie corde che vanno recise per alleggerirti.
Tagli energetici
Lo sciamanesimo prevede un rituale molto interessante per farlo, ossia quello dei tagli energetici. Questo metodo è un vero e proprio viaggio sciamanico guidato dal tamburo che ha l’obiettivo di liberare la persona da uno o più attaccamenti, mai più di tre per volta. E’ il caso di intervenire con questa pratica quando proprio ti senti bloccata di fronte ad una situazione, vorresti uscirne, lo sai che vuoi, ma non riesci. Ad esempio ho proposto questo viaggio ad una mia allieva che, macchina e patente alla mano, non riesce assolutamente a mettersi alla guida.
Pratyahara
Nello yoga la necessità di allontanarsi da ciò che è tossico arriva dalla pratica del pratyahara, tradotto: ritrazione dei sensi o anche ritrazione dal cibo. Questo “cibo” non varia molto rispetto a quello di cui parla lo sciamanesimo, può essere cibo fisico, quindi legato proprio a ciò che mangiamo. Chiaramente lo yoga è molto attento all’alimentazione, in tanti scritti si parla di come “siamo quello che mangiamo”. Può essere cibo sensoriale ossia le impressioni (convinzioni, credenze, insegnamenti) che limitano la nostra evoluzione personale e spirituale. E ancora possono essere le relazioni sociali. Per lo yoga è, infatti, fondamentale circondarsi di una satsang e cioè di una compagnia che vibra alle tue stesse frequenze, un gruppo che sia potenziante e che ti sostenga nel tuo viaggio di vita e non il contrario. Spesso le persone che ci circondano possono essere depotenzianti. In realtà anche nel mondo dell’imprenditoria si cerca di far comunella con persone positive e potenzianti proprio per rafforzare determinazione, perseveranza e quindi crescita economica. Allo stesso modo funziona la crescita di un individuo.
Quello che si fa con il pratyahara, in sintesi, è ritrarsi da ciò che è tossico per ritrovarsi nel Sé profondo. Ci sono diversi tipi di pratyahara che si affrontano anche nelle classi yoga. Certo è che per ritrarsi è necessario un vero e proprio atto di volontà, una scelta.
Trattamenti Reiki
Anche il Reiki prevede trattamenti utili a trasformare blocchi e convinzioni in una evoluzione personale. In questo caso l’operatore si fa canale dell’energia universale con l’obiettivo di aiutare la rimozioni di queste informazioni cristallizzate e che si fa fatica a rimuovere in autonomia.
Più discipline un unico obiettivo
Come vedi cambiano le discipline, ma tutte prevedono tecniche utili e necessarie a ripulirci, a lasciar andare le zavorre. Zavorre che sono sempre mentali in prima istanza e che si materializzano nella vita attraverso relazioni frustranti, lavori che non ci soddisfano, limitazioni che non hanno senso di esistere. Questo sta a provare come sia necessario fare pulizia nel corpo fisico, mentale ed eterico per progredire.
Fuori da queste limitazioni c’è un mondo che non aspetta altro di essere creato dalla te più autentica, un mondo che possa rispecchiarti pienamente.
Certo, ogni cosa al suo tempo. Per prendere di petto una qualsiasi situazione bisogna averne consapevolezza ed è impossibile convincere le persone a darci un taglio. Ci vuole consapevolezza e coraggio per osservarsi e capire quanti e quali limiti e paure sono diventati delle vere e proprie zavorre. Tuttavia lasciamelo dire, è vero che lasciare andare fa soffrire e spaventa, ma nel giro di qualche tempo ti accorgerai che non potevi fare scelta migliore. Parola di yogini.
Ascoltati sempre.