Donna, cara donna, dolce bambina. A te che leggi, sei sicura di conoscere davvero qual è il potere racchiuso in te?
Solitamente apro le interviste presentando la donna del mese così come la vedo io. Stavolta, cara lettrice, mi rivolgo direttamente a te, perché qui troverai un contenuto prezioso per espanderti in tutta la tua luce. Chiara Brunetti di Femalia Universo Femminino è portavoce di questi concetti attraverso la sua formazione, la sua sensibilità, i percorsi ideati per tornare al sacro femminino.
Allora ti invito ad una lettura attenta e sentita per conoscere il mondo di Chiara e comprendere, un pochino, te stessa.
Chiara, chi sei, come nasce Femalia Universo Femminino, qual è la
tua missione e come la porti avanti?
Mi definiscono un’anima in cammino, una ricercatrice spirituale, una viandante della ciclicità. Sono un’operatrice olistica specializzata in saperi ancestrali femminini e maternage, maestra di reiki, facilitatrice in costellazioni familiari e mamma.
Femalia Universo Femminino è un portale di cura e risveglio dell’essenza femminina vera, naturale e selvaggia. Un’ispirazione sussurrata dalla Dea nel 2014, nata come un progetto di crescita e trasformazione, divenendo spazio di condivisione, comunicazione ed espansione delle conoscenze naturali e ancestrali che provengono dal corpo femminile, dal sangue e da tempi lontani.
La mia missione è accompagnare chi ne sente il bisogno in un viaggio verso l’unicità della propria natura femminina, del ritmo in costante mutamento che ci contraddistingue; è dare voce alla saggezza per tanto tempo messa a tacere, alla conoscenza ancestrale da tanto silenziata. E’ uscire dagli schemi, dalla linearità, dalla scissione interiore a cui siamo state educate e indotte.
Come si svolge questo viaggio?
Affinché questo possa avvenire è necessario prendere consapevolezza dei blocchi presenti, ereditati a livello familiare, culturale e religioso e lavorare in modo progressivo per il loro scioglimento, entrando pienamente in contatto con le vibrazioni del sacro femminile, con il principio creativo della vita, con le emozioni profonde e primordiali insite nella natura di ogni essere e nei suoi cicli.
Costellazioni familiari e archetipiche, reiki, sciamanesimo, tecniche andine, rituali, cerimonie, piante medicinali, auto osservazione ciclica e creatività sono tra gli strumenti di cui Femalia si serve per riconnettersi al proprio io e a Madre Terra.
Materializzo questa missione attraverso la produzione di contenuti che condivido sui social (presto anche su un blog), cerchi, corsi, percorsi individuali, consulti, trattamenti, formazioni professionali e creando indumenti di potere.
Cosa ti ha spinta ad intraprendere questa strada? C’è stato qualche evento in particolare?
Fin da bambina, la diversità e lo sconosciuto sono state fonti di ispirazione e attrazione di cui facevo esperienza in natura, nelle campagne, nei boschi e nei viaggi per il mondo sempre alla ricerca e continuamente meravigliata. Come una bambina, appunto, che alla fine si riconosce in quel tutto e in quella diversità così lontana, ritrovando sé stessa come in uno specchio.
Per una parte della mia giovinezza ho tentato di adattarmi alla società seppur sempre a modo mio. Avevo una relazione e un’attività stagionale, avevo tanti sogni ed intenti ma nel quotidiano spesso ero trasportata da retaggi di cui ancora non mi rendevo conto, fino a quando ad un certo punto la relazione di coppia terminò in maniera (per la me di quel tempo) totalmente inaspettata.
Tematiche molto forti connesse al mio femminile esplosero fortemente. Smarrimento, tradimento, perdita di senso portarono a galla quella crisi esistenziale che fremeva già da tempo. Nel pieno di un dolore schiacciante, in preda alle mie ombre più oscure ho cominciato a conoscere finalmente me stessa e ad assaporare una forza sconosciuta.
Questa è stata la spinta chiara e forte ad intraprendere un viaggio incredibile, questa volta dentro di me, alla scoperta di tutto quello che mi portavo dentro come ferite e retaggi, tabù e mancanze, riflesso di ciò che continuavo a crearmi fuori. Scoprendo me stessa e le parti più celate è iniziato il mio percorso e la mia formazione, continuando giorno dopo giorno fino ad oggi.
Cosa s’intende per Universo Femminino?
Universo femminino è casa, è natura, quella natura di cui siamo fatte, di cui siamo anche parte come figlie di Gaia. Il femminino è la matrice della creazione. E’ vita, è sacralità, è saggezza tradizionale, della Terra, delle piante, dell’osservazione dei cicli della natura, delle conoscenze delle antenate.
Il sentiero dell’universo femminino è un cammino di ritorno a sé stesse, di ritorno verso casa ed è molto prezioso, arricchente e meraviglioso tanto quanto rivoluzionario politicamente!
In che senso?
Tutto questo movimento è sempre stato una rivoluzione nella mia vita, ma l’ho sempre percepita anche una rivoluzione universale. Un movimento che se portato avanti, unendo le forze, può essere qualcosa che va a lavorare su tanti piani, non solo interiormente ma anche esteriormente su livello politico sociale.
Lavorare su principi femminili significa fare una rivoluzione su quello che riguarda il ruolo delle donne, degli uomini, dell’infanzia e del pianeta Terra. Coinvolge diversi aspetti pratici che comprenderebbero diverse sfaccettature. Femminile vuol dire curare aspetti che sono andati persi.
Qual è il potere di cui le donne si devono riappropriare?
E’ risveglio del proprio essere.
Molte donne con cui lavoro arrivano non sapendo chi sono, e ricominciano dalle piccole cose.Ad esempio: spogliare le persone di tutto il fare, di tutto quel movimento quotidiano che ci siamo costruite perché si deve fare, perché accade di generazione in generazione. Questo provoca il caos, non si sa cosa si vuole, chi si è, si fanno cose non perché si sono scelte.
Il lavoro è sull’essere, sul bambino interiore, il potere della propria natura, della propria verità che cela delle caratteristiche specifiche che vibrano con il macro cosmo, con la natura.
Se io riconosco il valore della Natura e ne riconosco il potere (cosa già difficile perché la sua ciclicità è diversa dalla linearità richiesta da sempre), se imparo a liberarmi di tutto ciò che condiziona il riconoscimento di questo valore e lo porto fuori, questa consapevolezza diventa un grande potere che cura il mio essere.
Inizio a vibrare effettivamente con ciò che sono nel corpo, spirito e emozioni, e con le stesse vibrazioni curo tutto ciò che è intorno.
Quanto influiscono le antenate in blocchi ed espansioni?
Siamo il frutto di ciò che è stato, come nella Natura. E’ importante dare uno sguardo al nostro passato ed essere a conoscenza delle dinamiche principali sia nelle radici materne che paterne, noi donne abbiamo una connessione fortissima di utero.
Questo avviene non solo con nostra madre che ci ha portate in grembo, ma anche con nostra nonna che ci conteneva a sua volta perché gli ovuli si formano già nella vita intra-uterina. Una parte di noi, quindi, era già nel feto di nostra madre e quindi ha assorbito le informazioni della nonna materna. Ed è così di utero in utero.
Questa connessione è rilevante per noi, anche se tutto questo si muove a livello profondo (memorie uterine appunto, inconscio) perché c’è un bagaglio di informazioni enorme. Conoscere questo bagaglio è importante.
Attraverso il lavoro su me stessa imparo a riconoscere le mie ferite, modalità che metto in atto e che sento non appartenere alla mia natura. Ciò non deve demoralizzare chi ha avuto una storia complessa. Tutte le ferite, infatti, se lavorate e integrate diventano punti di forza, ma chiaramente vanno portate fuori.
E poi c’è anche un inconscio collettivo, macro esperienze e condizionamenti delle donne nel corso della storia che provocano rabbia, risentimento. Tutto questo movimento, quando lavoro con il femminile, lo contatto.
E diventa potere, cura, se trasformato.
Radici materne e paterne sono entrambe fondamentali, sono due portali attraverso cui arriviamo. Si dice che ci siano sette madri in connessione diretta con noi, sette uteri. Tre da parte di padre e quattro da parte di madre. Queste sono le sette relazioni più forte, chiaramente essendo state nel corpo della madre e una parte nella nonna materna, ciò ha un valore più significativo.
Qual è il primo passo per ricongiungersi alla propria sacralità?
E’ cominciare a dare spazio a se stesse, alla propria natura, riscoprire le piccole cose, la nostra natura e la Natura stessa. Siamo state tanto limitate nella nostra espansione e manifestazione.
Cominciare ad ascoltare questa parte che è la nostra pancia che poi è a diretto contatto con il nostro cuore; ascoltare il nostro corpo che dice la verità, la nostra mente mente il nostro corpo no; osservare la nostra natura ciclica e quindi il ciclo mestruale. E poi stare tanto in natura perché è una cura.
In questo percorso quanto conta la sorellanza?
E’ spesso una grande ferita. E’ talmente profonda la sorellanza che può contenere tanta luce, ma tante possono essere le ombre che si incontrano nella relazione con le donne perché lì risveglio quella con la madre. Tuttavia noi donne nasciamo per essere unite.
Uno dei primi archetipi che incontriamo nell’adolescenza è la sorella di sangue, per noi è fondamentale instaurare patti di sangue con le nostre sorelle anche per incontrare poi il maschile. Questo avviene perché ho bisogno di relazionarmi con chi è simile anche per natura, può comprendere cosa sta avvenendo.
Se si acquisisce l’unione è possibile quell’atto di ribellione, siamo state separate da noi stesse e nelle nostre relazioni, cosa che ha ridotto nel tempo il nostro potere.
Come, a tuo parere, bisogna approcciarsi all’universo maschile?
Molti dei miei lavori sono aperti agli uomini. Anche loro hanno risentito del depotenziamento del femminile, anche la loro pura e naturale espressione femminile è stata abusata, limitata, giudicata e repressa.
Il femminile ti fa comprendere l’importanza della diversità dentro e fuori noi. La diversità è nutrimento, ci insegna il femminile, quindi anche negli uomini è importante per sanare la relazione con la madre.
Le donne sono entrate in competizione con l’uomo per essere accettate, accolte. Siccome il femminile non è stato accettato come potere allora la donna si è omologata all’uomo per essere riconosciuta.
Chiara Brunetti: progetti nel presente e visioni del futuro…
Nel presente c’è portare avanti sempre più e sempre meglio la chiamata che ho sentito diversi anni fa, e che continuo a sentire forte nella mia vita, attraverso le mie relazioni di scambio (il momento purtroppo non favorisce questo) e le mie conoscenze.
Nel futuro portare avanti gli ideali che sento e creare una realtà che corrisponda al mio sentire, un seme per un nuovo mondo. Creare un luogo luminoso, amorevole, rispettoso, sano, di comunione dove ognuno abbia il proprio luogo sacro ma in cui si lavora ad un progetto comune.
Un luogo in cui sia coltivata l’infanzia, le donne possano riunirsi per sanguinare insieme, dove gli uomini siano uniti in questo processo di protezione della mestruazione. Insomma, una comunità evoluta.
Sono alla ricerca di un terra per questo progetto insieme al mio compagno.
Che messaggio vuoi lasciare alle lettrici?
C’è un concetto di dolore che si è instillato nella natura della donna, come se fosse naturale e normale che noi donne dobbiamo soffrire nella nostra vita… per qualsiasi cosa: mestruazione, parto, relazioni.
Tutto questo fa parte di una credenza del proprio lignaggio. Vorrei che questa cosa sia compresa e lasciata andare per vivere in modo sereno e libero da questo veleno che ci è arrivato.
Se stai male, non fa parte della tua natura. Se senti questo, donna, chiediti perché e cerca qualcuno che ti accompagni in questa oscurità che è sana, va bene, ma va trasformata.
Puoi seguire Femalia Universo Femminino qui
Simona