INTERVISTE

Gessica Di Felice, emozioni da indossare con WillowSeeds

Un fare timido che nasconde la delicatezza nell’approccio, la capacità di intercettare le emozioni e saperle raccontare, un pizzico di ironia a condire le parole e tanta dolcezza nel dare forma ai suoi gioielli. Gessica Di Felice è brava con le parole tanto quanto lo è nel creare le sue piccole opere d’arte, pezzi di natura che si imprimono in tesori da custodire. Pezzi d’Abruzzo tra natura e storia per chi conosce questa regione. Dietro ogni gioiello c’è una storia che scalpita per essere raccontata e adottata da chi ne carpisce il significato. Ogni pezzo è a sé, ogni pezzo una emozione, ogni pezzo è la prospettiva di Gessica di affacciarsi al mondo. Ogni pezzo è un tassello per la propria ricerca interiore. L’arte, qui, si fa mezzo per sublimare il proprio mondo interiore.

Gioielli per raccontare, qual è la tua narrazione?

È una narrazione che trova spazio nel caos più totale. Una narrazione alla ricerca del sé primordiale. Sono sempre stata curiosa di tutto ciò che mi circonda, soprattutto della storia delle persone.

Ecco, mi piacerebbe pensare che la narrazione si incentrasse su una storia, non mia, ma delle persone che scelgono WillowSeeds. Oltre a questo, i gioielli sono un tramite, un mezzo, per comunicare ed infondere (se vogliamo) tutte quelle sensazioni che ho sempre trovato difficile spiegare a parole.

Il fil rouge di questa narrazione è un rimando continuo alle emozioni, è come se non fosse la persona a scegliere la creazione ma il contrario. Mi piace pensare che la ricerca del sé di ognuno di noi, passi proprio attraverso un amuleto…dove a parlare non sono io, ma il fiore che lo custodisce.

WillowSeeds è la storia di ognuno di noi, riuniti all’ombra dello stesso salice.

Come nasce Willowseedsjewels?

WillowSeeds nasce per una impellente esigenza, la mia era una necessità.

Sono nata e cresciuta nella natura e sin da bambina giocavo con i fiori, con le piante, abbracciavo gli alberi, parlavo con loro (tutto nella norma, lo faccio tuttora!).

In un momento molto difficile della mia vita, avevo la necessità di comunicare le mie emozioni facendo quello che mi veniva più naturale possibile.

In genere scrivevo, ma in quel particolare momento scrivere non mi bastava più. Così ho iniziato a lavorare la resina e, creazione dopo creazione, notavo che stavo sempre meglio. Vorrei comunicare con le mie creazioni non solo semplici stati d’animo, ma emozioni… mi piacerebbe riuscire a creare ricordi, a incoraggiare chi ha “perso” la bussola ad essere ciò che è veramente, ad aiutare gli altri ad avere una maggiore consapevolezza di se stessi.

Partire da un oggetto, trasformarlo in sentimento, plasmarlo in affezione e da quello infondere coraggio e determinazione nel cercare la propria strada, giusta o sbagliata che sia, l’importante è muoversi.

Cosa ti ispira nella creazione e come la metti in pratica?

L’ispirazione nasce dalla costante voglia di crescere e migliorare. La creatività mi ha portata a sognare in qualunque circostanza della mia vita. Mi sono sempre rifugiata nel mio mondo tutte le volte che ne sentivo l’esigenza. Quel mondo non mi abbandona mai, me lo porto dentro, e con il tempo, ho imparato a non aprirlo a chiunque.

Accettare questo mondo interiore, che mi sono costruita con molta fatica per fuggire dalla realtà troppo “nuda e cruda”, non è stata cosa da poco. Ho perso l’ispirazione quando ho capito che stavo distruggendo tutto, che stavo annullando anche me stessa pur di compiacere gli altri. Accettare il mondo che mi sono costruita è stata, per me, rinascita pura.

Accettarmi così come sono, mi ha dato coraggio nel riuscire ad esprimere tutto ciò che avevo dentro. E cosi, se prima impiegavo tutte le mie energie a sotterrare quel mondo, ora ho imparato a canalizzarle per riuscire a tirarlo fuori e a renderlo realtà (almeno, nel mio piccolo!).

Porto sempre con me dei diari, appunto ogni singola idea o sensazione che provo in quel determinato momento e rileggendola…le mani cominciano a muoversi e a creare!

In cosa consiste il processo creativo di un gioiello dalla raccolta del fiore al prodotto finito?

Il processo di realizzazione di un gioiello presenta vari passaggi da dover rispettare. Personalmente parto da un’idea, ben precisa nella mia mente che provo a disegnare con pochissimi tratti, una specie di “bozza”.

Una volta disegnato, passo allo step successivo: la scelta dei fiori. La raccolta avviene nelle campagne del mio paesello e nei posti in cui la mia anima viene particolarmente rapita e quindi ho la necessità di riportare a casa un piccolo “souvenir”. L’essiccazione dei fiori avviene in varie presse rigorosamente artigianali, fatte da mio padre oppure all’interno di libri che spesse volte porto con me.

A questo punto, non resta che indossare “l’armatura” per resinare: guanti, maschera protettiva adatta all’utilizzo di resine e polveri sottili e occhiali! La realizzazione di un gioiello ha dei tempi da rispettare, dettati dalla tipologia della resina. Nel mio caso, impiego all’incirca 2/3 giorni in quanto i tempi di catalisi della resina richiedono circa 24 ore ed una creazione presenta dai due ai tre strati di colata.

Una volta terminato il gioiello non rimane altro che lucidarlo con varie carte adatte alla politura (e il polso ringrazia!) e non resta altro che montarlo per trasformarlo in collana, orecchini o bracciale!

Come mantieni acceso il tuo fuoco creativo?

Ciò che in realtà mi tiene viva è la lettura, soprattutto di poesie. Le poesie mi aiutano a sognare, a riaccendere emozioni sopite, che spesse volte tendono a fuggire o a divorarmi l’anima.

La creatività nasce anche da lì, dal dolore, basta solo avere il coraggio di prenderne consapevolezza e canalizzarlo per creare qualcosa di buono, di vero e di bello…se vogliamo: di unico!

Il contatto con la natura alimenta la mia voglia di fare ricerca, di scoprire sempre nuove cose. La natura ha tanto da insegnare e noi non sappiamo mai apprendere in pieno i suoi insegnamenti.

Non per ultimo, c’è lo yoga, il ponte con l’io interiore, la porta che conduce all’inaspettata meraviglia che spesse volte tendiamo a non voler scoprire, forse per paura o per mancanza di coraggio…ma se osserviamo più attentamente e da un’altra prospettiva, ci accorgiamo che tutto quello di cui abbiamo bisogno è proprio lì, ad aspettare senza fretta e senza affanno.

Hai lanciato la linea “Emozioni”, cosa rappresenta per te?

WillowFeels, per me non è una collezione: è LA collezione. Il progetto iniziale era diverso, volevo cercare di rappresentare le emozioni umane basilari attraverso la creazione di amuleti.

Poi qualcosa è cambiato, ripensavo a determinati momenti difficili della mia vita in cui mi ritrovavo spesso paralizzata dalle emozioni stesse, sopraffatta da ciò che stavo provando e che non riuscivo a descrivere con le parole, proprio io, che nelle parole ritrovavo me stessa.

Così, ho deciso di addentrarmi in questo bizzarro e naturale mondo delle emozioni, provando a comprenderne il significato, dargli un nome, osservandole da vicino e allo stesso tempo provare a guardarle sotto più punti di vista, toccando culture che apparentemente non ci appartengono. Comprendere che abbiamo un ventaglio emotivo molto più variegato, ancora da esplorare.

WillowFeels, in realtà è un’esigenza, quella di prestare attenzione a ciò che accade dentro di noi, accarezzare le emozioni, riconoscerle senza etichettarle…insomma, conoscere il motore che ci spinge ad essere umani, troppo umani.

Questa collezione nasce dalla curiosità e necessità di comprendere, riconoscere qualcosa che in realtà appartiene a tutti noi. Non ha la pretesa di dare risposte alle domande, ma di crearne sempre di nuove per spingerci sempre più nel profondo, per non rimanere nella superficie delle cose che ci accadono nel quotidiano.

E quindi: provare un’emozione che non trova “definizione” nella nostra lingua, dimostra la sua inesistenza? Esiste un modo “universale” di provare un’emozione? Cosa provi in questo momento, ora, adesso?

In un mondo dove sono sempre meno le parole per esprimere ciò che proviamo, vorrei trovarne di nuove solo per parlare di emozioni.

I tuoi gioielli sono spesso una lettura della personalità di chi lo indosserà (almeno quelli su commissione)?

Si, molto spesso realizzo creazioni ispirandomi alla persona. Mi succede con le persone che non conosco, sebbene sia una cosa molto bizzarra, la trovo sorprendentemente naturale.

Realizzare qualcosa basandomi sulle sensazioni che la persona mi trasmette lo trovo molto più semplice. Non la trovo una cosa “falsata” perché la pelle e gli occhi non mentono mai. Mi è quasi sempre capitato di realizzare su commissione proprio alle persone con le quali si instaurava un legame molto bello, mai forzato. Oserei dire alchemico?!

Mentre il resto delle creazioni vengono scelte perché sono proprio loro che scelgono, richiamano la persona che le desidera. Mi piace pensare che le mie creazioni vengano scelte proprio da chi necessita di quella determinata emozione o messaggio.

In ogni commissione, così come in ogni rapporto, c’è la fiducia, ingrediente importantissimo per me perché credo sia la condizione necessaria non solo per stabilire una connessione molto profonda, ma anche per crescere e migliorarsi.

Che rapporto hai con erbe, fiori e territorio?

Direi un amore viscerale. Sin da bambina amavo il contatto con la natura. Ho avuto la fortuna di crescere al fianco di un grande uomo come mio nonno che mi ha insegnato tutto quello che so sulle piante, fiori, animali e territorio abruzzese.

Quando mi agitavo o mi arrabbiavo, mi portava con sé nel suo magico orto e mi faceva mettere le mani sotto terra, in silenzio, respiravo…è come se tutto il frastuono interno che mi accompagnava scivolasse nella terra e mi donava in cambio energia, forza per andare avanti e calma nell’accettare ciò che non potevo cambiare.

La natura è passione, sebbene i miei studi si incentrassero nella storia e nell’archeologia, non ho mai smesso di leggere, studiare e informarmi sulle specie floristiche del mio territorio. Come ogni ricerca che si rispetti, richiede tempo, sbagli, pazienza e molta esperienza. Non ho la pretesa di conoscere tutto lo scibile umano, mi basterebbe solo comprendere come fare del bene a ciò che ci circonda e che ci appartiene.

Mi piace prendermi cura delle piante, vederle e trattarle per quelle che sono: esseri viventi che parlano una lingua diversa dalla nostra. Ecco, mi piacerebbe imparare a parlare il loro linguaggio, comunicare con loro, capire come prendermene cura senza turbarle e senza irrompere nel loro modo di vivere.

Si può dire che le piante hanno una loro costituzione ben precisa, noi in quanto umani, abbiamo il dovere di conoscerla e rispettarla, e aggiungerei, adottarla. La natura non ha bisogno di noi, al contrario, noi di lei, si.

Raccontati un po’: passioni, emozioni, amori… come ti descrivi?

Se dovessi riassumere ciò che sono in poche parole, direi che sono radici e vento. Stabile nel mio essere più profondo e, allo stesso tempo, perennemente agitata dalle correnti della vita. Riesco a “definirmi” solo attraverso le negazioni: al momento so solo ciò che non voglio. Non riesco a vivere in comparti stagni e non mi sento a mio agio all’interno di definizioni.

Sono l’amica che non vorresti avere, sono la ragazza “strana”, quella che ha sempre un’opinione su qualsiasi cosa. Non riesco a stare zitta, faccio fatica a bloccare il flusso emotivo e spesse volte mi si blocca il filtro delle parole quindi finisco per dire tutto ciò che penso, senza mezzi termini.

Le mie origini e le mie radici sono ciò che di più caro ho, ed è proprio a esse che devo tutto quel che sono. In realtà, il mio cuore è diviso in due, da una parte c’è Castel di Ieri, dall’altra c’è Succiano, il piccolo paese – sempre in provincia di L’Aquila – in cui è nata mia madre e dove ho trascorso i momenti più felici della mia infanzia, ma, soprattutto, dove ho appreso la vera essenza e importanza di tutti quei principi in cui credo.

Ho moltissime passioni, non riesco mai a ristringerle in un campo ben preciso. Sono laureata in archeologia e prima che diventasse una passione a tutti gli effetti, mi sarebbe piaciuto diventasse anche un lavoro. L’archeologia fa parte di me, e credo riecheggi in tutto ciò che faccio e che farò.

Mi piace il metallo, mi piace dipingere ad acquerello (anche se non sono particolarmente portata per il disegno), mi piace scrivere e amo la ricerca. Il mio amore è l’arte, in tutte le sue forme e declinazioni. Vorrei fare tantissime cose e finisco nel pantano del volere senza il fare, quindi entra in gioco la necessità…e torno a fare ricerca.

Quali sono i tuoi sogni/obiettivi a breve e a lungo termine?

Sono fatta di sogni, ma vivo per obiettivi. Per prima cosa mi piacerebbe aprire un sito internet, magari entro fine anno. L’anno prossimo conto di andar via da Chieti Scalo, dove sono adesso, ancora non so dove (come sempre). Non mi è mai piaciuto avere le idee chiare su dove andare, ho sempre preferito il “chi sono” al “dove vado”.

Intanto continuerò a leggere, studiare, creare e scrivere, fare le cose che amo e lasciare pezzi di cuore in giro per il mondo.

Un giorno mi piacerebbe tanto avere una casa in montagna, tutta mia, immersa nel verde e con tanti animali!

Il sogno è quello di condurre una vita fatta di piccole cose, quelle grandi le lascio agli altri, non fanno per me…

Mi piacerebbe proseguire questo lungo cammino fatto di comunicazione. È questo, per me, il principio fondamentale di questa esperienza: aiutare le persone a trovare la propria essenza, a comprendere le proprie emozioni, a capire cosa si provi indossando un mio gioiello o a dar voce a un sentimento che, magari, non sarebbe emerso.

Trovi Gessica sul suo profilo Instagram WilloSeedsJewels

Simona

Potrebbe piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *