Quante volte ti sei scoperta in atteggiamenti o situazioni che ti hanno fatto pensare di essere esattamente come tua madre o tua nonna e non sapere assolutamente da dove arrivano certe tue reazioni? Hai mai pensato che possono essere il frutto del vissuto delle donne che ti hanno preceduta? Quante volte hai aperto gli occhi scoprendo che tante relazioni erano la copia di quelle che hanno vissuto membri della tua famiglia?
Veniamo al mondo con uno zainetto bello carico di esperienze e spetta a noi scegliere cosa tenere e cosa togliere.
Nel tempo mi sono resa conto di quanto certi atteggiamenti possano influenzare la vita quotidiana ritrovandoci, di fatto, a vivere storie, situazioni e persone che non vorremmo vivere, che quasi ci sembrano estranee. Ecco, con lo sciamanesimo femminile ho scoperto come certe storie hanno condizionato me e tante altre donne.
Ecco cosa ci influenza:
1. Gli antenati e, soprattutto, le antenate
Siamo totalmente inconsapevoli di come le nostre antenate possano influire ancora sulla nostra vita, in pregi e difetti, in doti e limiti. E pure tutto quello che siamo nel dna ce lo hanno trasmesso loro. Le antenate, come anche gli antenati, hanno plasmato buona parte della nostra vita insieme a tutto ciò che abbiamo vissuto nel grembo materno e tutto ciò che sentivano o esperivano i nostri genitori. Quanto è complessa la materia che ci fa vivere la vita. Se pensi che sia solo farina del tuo sacco, ti stai sbagliando.
E in realtà tutto questo patrimonio è un dono di incommensurabile bellezza, se non fosse che insieme a tutto ciò che c’è di bello, ci è stato trasmesso anche tutto ciò che c’è di “brutto”. Forse sono un po’ rude nel dirlo in questo modo, ma è la pura, semplice verità.
Con il lignaggio femminile, in particolare, il legame è ancora più forte perché a collegarci è l’utero ossia il portarci all’interno generazione dopo generazione. Sapevi che la nostra nonna materna, già dal quarto mese di gravidanza, custodiva al suo interno l’ovulo che poi siamo diventate noi? A pensarci è un miracolo. La catena che ci tiene legate è stretta e forte, e va di utero in utero. C’è una meravigliosa frase che si usa nell’ambito dello sciamanesimo femminile che suona così: “Da grembo a grembo, da cuore a cuore, un’unica via”, proprio per calcare l’importanza di questo legame.
L’utero è un potente contenitore di tutte le memorie che riguardano le donne parte della linea materna, di utero in utero siamo tutte collegate, per questo è importante sanare questo legame. C’è una pratica, bella quanto potente, è la Sanazione del lignaggio femminile che permette di prendere consapevolezza di ciò che rappresentano le nostre antenate, di quanto i loro blocchi possano influire sulla nostra vita oggi, di quanto le nostre ferite siano una eredità tramandata attraverso questa catena, ma anche dei doni e dei talenti di cui si sono fatte portatrici.
2. Le memorie uterine
Oltre al lignaggio di provenienza, ad influenzarci è anche il vissuto all’interno del grembo materno.
L’ayurveda, e non solo, dice che a dettare il nostro imprinting di nascita, oltre gli antenati e al timbro astrale, ci sono diverse cose come appunto lo stato coscienziale ed emotivo di entrambi i genitori sia prima che dopo il concepimento e la qualità si seme e ovulo. Della madre, in particolare, ci influenza anche il modo in cui ha vissuto la nostra attesa, con quali stati d’animo, con quanta cura di sé, se c’è stata (non è scontato).
Tornando alla vita intrauterina è possibile lavorare su ciò che c’è stato prima e dopo il nostro concepimento attraversando gli stati emotivi dei nostri genitori, i valori e le regole comportamentali della famiglia, è possibile lavorare sulle nostre memorie sessuali e quelle dei partners e sul come ti prendi cura di te.
3. I genitori
Idem la vita familiare, croce e delizia. La famiglia è il luogo che più di tutti ci plasma nella crescita, risiedono qui gli schemi relazionali che adottiamo a nostra volta e che insegniamo ai nostri figli. Nella famiglia si crea la possibilità o meno di essere persone risolte e così di influenzare a nostra volta i discendenti.
I genitori sono il nostro punto di riferimento più importante, spesso idealizzati quasi come supereroi, quelli che non sbagliano mai, che ogni parola è oro colato, ma poi ad un certo punto cresci e ti rendi conto che non sono esattamente come credevi. C’è sempre un passaggio, un qualcosa che li rendi umani, spesso anche persone “brutte” in un certo senso, da cui mai ti saresti aspettata un determinata comportamento, discorso o anche una semplice parola che ti ha fatto male.
I genitori sono esseri umani. Essere genitori non si nasce, buoni lo si diventa (forse), con il tempo, il lavoro, l’autosservazione di sé e della famiglia d’origine. I nostri genitori, esseri umani, ripeto, spesso sono stati cresciuti con una educazione emotiva pari a zero. Ciò non vuol dire che ci abbiamo amato meno.
Per questo, ad una certa e quando possibile, dovrebbe subentrare il perdono da parte nostra, un atto di liberazione che li rende più umani ai nostri occhi e che ci fa guardare da un’altra prospettiva tutti gli errori che pensiamo possano aver commesso con noi.
Sottolineo “pensiamo”.
Non tutto il mal vien per nuocere
La buona notizia è che questo “matrix” familiare se da un lato può apparire una zavorra, dall’altro ci permette di evolvere e sanare energeticamente i legami dalle sette generazioni prima alle sette generazioni dopo.
Ultimamente gira sui social un video veramente significativo: è quello in cui ci sono 4 bicchieri che rappresentano antenati, genitori, noi e i nostri figli. Nei primi due bicchieri l’acqua è sporca, non è limpida; nel bicchiere che rappresenta noi stesse viene fatta scorrere abbastanza acqua da ripulire quella che è stata versata precedentemente dai primi due per arrivare al bicchiere dopo, i nostri figli, completamente limpida. Una bella e chiara immagine che ho condiviso anch’io nei miei social.
Questo fa pensare a quanto di noi trasmettiamo e a quanta responsabilità abbiamo nel farlo nel modo più sano possibile.
Inoltre sono tante le correnti filosofiche che vogliono l’anima scegliere esattamente il contesto karmicamente funzionale a risolvere le proprie ferite, ad evolvere e a condurre la propria missione dell’anima. Quindi, in soldoni, la famiglia ce la siamo scelta noi.
Quello su cui possiamo lavorare è riconoscere le ferite, il ché è già un gran lavoro di consapevolezza, e sanarle.