“Mo, che sci fatt ai capij? Ti li sci fatt bianc?”. È mia nonna. La vado a salutare ogni tanto mantenendo la debita distanza. La quarantena per gli anziani è “peggio della guerra”, me lo ha detto lei. “Nonna, veramente sono sempre stati grigi e sono mesi che li sto facendo ricrescere al naturale”, “Eh, però, ci sti bbon”. Sorrido.
Sorrido perché questa cosa del mantenere i capelli grigi mette in crisi anche me, mi imbarazza ancora un pochino, ma proprio non riesco a mettere mano alla tinta, qualcosa mi blocca.
Quando ho iniziato la riscoperta del mio grigio avevo dimenticato quale fosse il vero colore dei miei capelli, calcolate che sono iniziati ad uscire quando andavo ancora alle superiori. Quindi poco più di un anno fa, incuriosita da quale fosse il mio colore, ho iniziato questo percorso di ritorno a me partendo da un aspetto esterno e con l’impressione/intuizione che questo viaggio avesse a che fare con qualcosa di più profondo. Così è stato perché man mano che lasciavo spazio al mio vero aspetto esteriore anche quello interiore si è ricalibrato, e viceversa.
Accettarsi è una relazione profonda, è non vacillare quando dall’esterno arriva qualcosa o qualcuno a destabilizzarti, è essere presenti a se stessi con pregi e difetti, è perdonarsi (e ne parlo qui), è conoscersi.
Conoscere se stessi, lo studio del Sé, Svadhyaya, è il quarto nyama dettato da Patanjali nello Yoga Sutra, concetto che ho sviluppato questa settimana insieme ai miei allievi durante le lezioni online. Seguendo gli insegnamenti di Paramhansa Yogananda, dice Jayadev Jaerschky:
L’impulso naturale dell’anima è di conoscere se stessa, di realizzare il proprio splendore
E come si fa? Attraverso una onesta autoanalisi, compresa quella del Sé superiore, dell’ego e di tutte le sue tendenze. Ci aiutano anche le sacre scritture, di qualsiasi religione siano, perché è proprio in questi testi che sono sviluppati i nostri archetipi, quelli che ci accompagnano lungo il percorso interiore. Jaerschky nel libro “Risveglia i chakra” propone alcuni quesiti per iniziare:
- Quali sono le mie principali abitudini di pensiero? Parola? Sentimento?Azione?
- Quali sono le mie buone qualità e quali le mie debolezze? Elencane dieci per ognuno.
- Qual è la mia meta principale nella vita? E il prossimo passo per raggiungerla?
- Qual è la qualità particolare della mia anima?
- Qual è la lezione che sono venuto ad apprendere in questa vita?
- Com’è il mio livello di energia durante il giorno?
- Quando l’ego mi inganna principalmente?
- Quando e con quali persone reagiscono in modo emotivamente forte? Perché?
- Ho un sano rispetto per me stesso?
E come dico sempre ai miei allievi: gettiamo questi semini e lasciamo che con il giusto tempo germoglino in tutta naturalezza. Le risposte arriveranno quando riusciremo a comprenderle davvero. Io ho iniziato dai capelli, chissà tu.
Simona
Bellissimo! Bellissimo articolo, bellissime riflessioni, bellissima la tua onestà con te stessa e il tuo percorso di conoscenza di te stessa. I tuoi capelli naturali ti stanno benissimo, fanno parte di te… naturale per le è sinonimo di divino ❤️ grazie per questo articolo 🙏
grazie <3 sono certa che la sintonia tra me e il mio grey si rafforzerà sempre più
Simona la coraggiosa ❤️
<3 grazie