INTERVISTE

Cristiana Mantini, “artigiana” dell’anima

In una lunga estate calda Cristiana Mantini mi ha aiutata a fare passi essenziali nella mia vita, mi ha dato una mano accompagnandomi lungo un percorso particolare di contatto con le parti fragili di me, quelle che non riconoscevo perché troppo abituata ad essere “l’ariete” della situazione. Non sempre posso esserlo, fortunatamente, e sinceramente neanche lo voglio. Con Cristiana Mantini ho condiviso il percorso di formazione yoga. Mi ha colpita per la dolcezza, la disponibilità, il sorriso. Istruttrice yoga,life coach dell’anima, master Reiki e “artigiana”, è una donna multitasking con tante passioni, propensioni e una prospettiva che affascina.

Un tassello dopo l’altro verso una crescita umana e spirituale, la tua, fatta di numerose sfaccettature. Come è iniziato tutto?
Con la mia nonna Anna. Mia nonna materna è stata e sempre sarà la persona che amo di più al mondo – e l’amore, come la sua assenza, è capace dei più profondi sconvolgimenti. Un giorno ero a fare un giro in bici e ho sentito improvvisamente un forte bisogno di andare a trovarla, senza sapere il perché. Ho avuto il chiodo fisso finché non sono arrivata a casa sua, dove ho trovato un’auto della polizia parcheggiata proprio di fronte al cancello. Per fortuna lei stava bene, anche se molto sconvolta: erano entrati dei ladri in casa mentre era nell’appartamento. Io che a quel tempo ero atea, sono rimasta colpita da questa connessione oltre il visibile che avevo sentito in quel contesto.
Oltre a questo, ho spesso provato un senso di insoddisfazione di fondo nel perseguire la mia carriera da traduttrice: sentivo che c’era altro che volevo fare, ma non sapevo cosa o come. Quando anni dopo mia nonna è venuta a mancare, mi ha colto la più grande disperazione, ma questa disperazione ha aperto anche la strada al risveglio spirituale: non riuscendo ad accettare la sua morte, la voglia di ritrovarla in qualche modo mi ha portata a scoprire nuovi mondi e realtà, che hanno cambiato totalmente il corso della mia vita conducendomi verso il mio vero scopo.

In Italia traduci una grande maestra spirituale come Teal Swan, come è iniziata questa esperienza e cosa ti appassiona del suo pensiero?
Di Teal ho sempre apprezzato tre cose: il suo essere molto diretta, il mantenersi sempre sul pratico (evitando l’astratto) pur parlando di argomenti esoterici o comunque molto profondi, e infine il suo messaggio: i tuoi sentimenti sono sempre validi. Circondata da un contesto famigliare e sociale in cui pensare “Sei sbagliata, devi cambiare” è la norma, quando l’ho sentita dire “Ci sono delle buone ragioni per provare ciò che provi”, per la prima volta non mi sono sentita sbagliata o pazza. La vita nella società di oggi, per le persone altamente sensibili,  è dura il triplo. In Teal Swan ho trovato una maestra spirituale, ma prima di tutto un essere umano che non sfugge alle sue vulnerabilità e una guida per navigare queste forti emozioni a cui non si riesce a dare un nome o un contesto. Dopo diversi anni che la seguivo, un giorno ho semplicemente deciso che quello che lei ha dato a me dovevo in qualche modo farlo arrivare anche qui in Italia, nella maniera migliore possibile.

Le relazioni, uh… ci fanno girare la testa, ma prima di tutto è fondamentale quella con se stessi, tu ne sai qualcosa: in cosa consiste il “lavoro di integrazione delle parti” e come hai elaborato il tuo metodo? 
Ad oggi si pensa che solo le persone con disturbo dissociativo d’identità abbiano personalità multiple, solo perché la persona media non va in giro a presentarsi con 3 o 4 nomi diversi, ma questo non significa che siamo esenti dall’avere diverse personalità. Basta pensare a tutte le volte che ci siamo sentiti in conflitto con noi stessi di fronte a una decisione, o a come in certi contesti abbiamo reagito in una maniera per poi trovarci a dire “Quello non sono io”. Questo accade perché, sebbene non è possibile dividere fisicamente una persona a metà e far sì che sopravviva, la coscienza funziona più come un fiume: le correnti si dividono in correnti più piccole e avvengono diverse ramificazioni. Così, quando siamo a lavoro possiamo essere un rispettabile capo, mentre a casa ci sentiamo insicuri e fragili nelle relazioni famigliari. La “fregatura” è che queste parti le abbiamo create per sopravvivere in contesti stressanti a scapito di altre parti di noi, parti vulnerabili o che abbiamo percepito come una minaccia per la nostra sopravvivenza nel contesto famigliare, e così le abbiamo  soppresse e dimenticate. Solo in apparenza, però. Perché le persone che ci circondano ogni giorno non sono altro che uno specchio di ogni frammento di noi stessi, nel bene e nel male. Ed è soprattutto quando questi frammenti sono in lotta fra loro che il Lavoro sulle Parti viene in aiuto per creare una nuova armonia, dentro e fuori di noi. Non è altro che un processo di mediazione per comprendere a pieno la realtà, la visione e i bisogni di ciascuna parte e trovare, in seguito, una terza soluzione che accomodi i bisogni e desideri di entrambe. Il che non significa scendere a compromessi. Scendere a compromessi vuol dire “Io sopporto un po’ di dolore e tu sopporti un po’ di dolore”. I Lavoro sulle Parti non è questo. Il Lavoro sulle Parti lascia una sensazione di serenità e completezza senza pari. Come la definisce Teal Swan, da cui mi ispiro per il metodo, è un’operazione chirurgica nella quinta e sesta dimensione: nel momento in cui cambia la tua consapevolezza, anche la tua biologia cambia. E anche gli eventi cambiano, da quel giorno in poi. A me personalmente ha ridonato la pace, la fiducia e l’amore in me stessa che forse non ho mai davvero provato prima. E la cosa più bella è che più imparo ad essere presente per me, più riesco ad essere presente anche per gli altri.

Come  si integra lo yoga nel tuo percorso?
Lo yoga è arrivato in un momento in cui ho deciso di inseguire finalmente i miei sogni, quei sogni che non dipendevano dall’opinione di nessun altro oltre me. Ho sempre avuto bisogno dell’approvazione dei miei cari per muovere anche il minimo passo, ma dopo aver quasi perso la vita alla ricerca di un amore che non è mai arrivato, ho ri-puntato la bussola su di me. Essere istruttrice di yoga, ora, per me vuol dire essere non solo un ponte per gli allievi, affinché durante la pratica rilascino ciò che non gli serve più e io lo possa accogliere e trasmutare, ma è anche l’occasione di donare loro ciò che a me è sempre mancato e che ora è diventato la mia priorità assoluta: il dono dell’ascolto. Lo yoga riporta le persone dentro sé stesse e le invita a prendersi un tempo per ridonare al proprio mondo interiore e al proprio corpo quell’amore che esso ci dà ogni giorno, anche quando noi lo trattiamo male. Per esperienza personale so che è imparando ad ascoltarci e a rimanere presenti anche con le spiacevoli sensazioni che la pratica può far emergere, che si può piano piano avere accesso a quel luogo eterno e immutabile dove la nostra verità risiede.

E la creatività? Nell’ultimo periodo hai iniziato a scoprire anche un aspetto più “artigiano” di te… Racconta questa esperienza e gli effetti che ha nel tuo mondo interiore.
In quanto donna, dopo anni di depressione e di assopimento della mia femminilità, ho deciso di impadronirmi di nuovo delle mie qualità di creatrice lavorando sulla mia sessualità, perché la sessualità è energia creativa e, quindi, energia personale. Essa è l’energia che ci fa uscire dalla modalità “sopravvivenza” per vivere di ciò che ci dà piacere e gioia. Ho sempre amato gli orecchini, forse anche perché ho potuto usarli solo da poco prima della maturità, e così forse poco più di un mese fa, da un giorno all’altro ho deciso: ho acquistato tutto il necessario e ho iniziato a creare orecchini in fimo. In quei momenti in cui sono seduta lì con il fimo, torno bambina e sento che quello che creo è solo per il mio piacere personale, do sfogo al mio senso estetico e mi ritrovo a battere le mani per la felicità. Un momento prima di iniziare a creare, sento che ho in mano tutte le possibilità del mondo e l’eccitazione del non sapere dove andrò a finire stimola la mia curiosità. E alla fine anche le creazioni che mi sono “uscite male” o “per sbaglio” alla fine si rivelano perfette in combinazione con altri pezzi che ho creato. Una bella metafora di come funziona un po’ la vita in generale per me. è una bella sensazione da provare in un periodo in cui molti di noi si sentono in balia degli eventi e del futuro incerto. Penso seriamente che la creazione sia un potere femminile che tutte le donne dovrebbero accedere il più spesso possibile.

Cristiana Mantini è su Facebook e su Instagram mentre i suoi articoli sono sul suo sito cristianamantini.com

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3 commenti

  1. Simona, non avrò mai abbastanza parole per esprimere cosa significhi per questa opportunità per me. E cosa significhi tu per me, sorella e compagna lungo questo tortuoso cammino di risveglio! Grazie!

  2. Mi è piaciuta molto questa immersione nel mondo di Cri! Bella l’idea delle interviste!

    1. admin dice:

      Grazie di cuore 🙂 Domani approfondiamo in diretta Instagram, ore 17, sul mio profilo

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